Prestito su cessione del quinto cos'è e come funziona
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 13/05/2022
Tempo di lettura: 12 minuti
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Prestito su cessione del quinto cos'è e come funziona

La cessione del quinto è un particolare prestito personale rivolto a lavoratori dipendenti e pensionati. Si distingue dalle comuni forme di credito al consumo per il meccanismo di rimborso della rata, trattenuta direttamente dallo stipendio o dal trattamento previdenziale. Inoltre, non richiede la presentazione di garanzie aggiuntive, eccetto la polizza obbligatoria. Vantaggi che lo rendono particolarmente appetibile, ma prima di sottoscrivere un finanziamento è necessario chiarire come funziona la cessione del quinto cos'è, come funziona e cosa prevede la normativa. 

Rientra nella categoria dei finanziamenti non finalizzati e l’introduzione risale al 1950. Lo scopo era infatti di favorire la ripresa dell’economia nel secondo dopoguerra con uno strumento di accesso al credito riservato ai dipendenti statali. Oggi però ne usufruiscono anche i dipendenti privati e i titolari di trattamenti previdenziali. 

Come si intuisce dal nome, questo prestito personale ha una rata mensile che non può eccedere un quinto del salario netto. L’importo massimo erogabile è quindi potenzialmente più alto rispetto a quello dei comuni prestiti personali. 

Sommario

Cos’è la cessione del quinto e come è stata introdotta 

Ora che abbiamo definito a grandi linee la cessione del quinto cos'è e come funziona, entriamo negli aspetti più tecnici. La normativa che ha portato alla sua introduzione in Italia è quella espressa dal D.P.R. n 180/1950 e dal D.P.R. 895/1950. Questi provvedimenti hanno consentito l’applicazione per la prima volta di una tipologia di finanziamento rimborsato con trattenuta periodica sulla retribuzione mensile

Questa nuova forma di prestito era in un certo senso rivoluzionaria per l’epoca, perché imponeva l’obbligo per il beneficiario di sottoscrivere una polizza sulla vita. Veniva inoltre fissato il limite di 10 anni per il rimborso, con un massimo di 120 mensilità. 

In generale, quando si parla della prima versione della cessione del quinto il riferimento normativo usato più di frequente è la cosiddetta legge 180/50. Con questa espressione si fa riferimento al decreto del Presidente della Repubblica, ulteriormente ampliato nel corso dell’anno con la pubblicazione del DPR. 

La normativa attuale è invece risultato di diversi aggiornamenti avvenuti nel corso degli anni. In particolare, le modifiche apportate con la legge 80/2005 hanno consentito l’applicazione di maggiori tutele sia per il datore di lavoro che per il dipendente che richiede il prestito. Mentre l’ente erogatore continua a beneficiare della presenza della polizza obbligatoria contro il rischio vita. 

Inoltre, con l’aggiornamento delle condizioni del 2005 c’è stata l’abolizione del concetto di anzianità minima di servizio. Se prima per accedere ad un prestito su cessione del quinto era necessario aver lavorato per un certo numero di mesi, da questo momento in poi l’accesso non è più vincolato al requisito di anzianità. 

Altro importante passo avanti fatto nel 2005 è l’ampliamento della platea dei beneficiari, a cui si aggiungono lavoratori privati in possesso di contratto a tempo indeterminato e pensionati. Sono stati però introdotti anche dei limiti per l’accesso al credito.  

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Gli ultimi aggiornamenti per cessione del quinto dello stipendio normativa  

L’ultimo aggiornamento cessione del quinto normativa risale al 2015. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di estendere la platea dei beneficiari e incentivare la sottoscrizione di prestiti su cessione del quinto dello stipendio e della pensione.  

La domanda sorge spontanea: con questo nuovo aggiornamento della cessione del quinto cos'è che cambia? È reso più semplice l’accesso al credito da parte dei lavoratori privati, che oggi hanno accesso a prestiti equiparabili in ogni aspetto a quelli forniti a dipendenti statali e pensionati. 

Chiaramente per la sottoscrizione del finanziamento resta essenziale la presenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Diventa così la forma di prestito più richiesto dagli italiani, merito anche della semplicità di utilizzo e della possibilità per il richiedente di non specificare l’uso cui sono destinate le somme. 

Come già accennato, infatti, a differenza di quanto accade con i comuni prestiti personali, la cessione del quinto dello stipendio o della pensione non richiede alcun intervento da parte del beneficiario per la riscossione delle rate. Queste sono detratte direttamente dal reddito, che costituisce la principale garanzia del finanziamento, insieme alla polizza obbligatoria. Un meccanismo pratico e che va a vantaggio di entrambe le parti. 

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Cessione del quinto come funziona il pagamento e che ruolo ha il datore di lavoro

In quanto prestito personale, la cessione del quinto dello stipendio o della pensione consente di utilizzare l’importo finanziato a discrezione del beneficiario. Cosa che non accade invece nel caso dei prestiti finalizzati. 

Il tasso di interesse fisso è solo uno dei costi da sostenere, cui si aggiungono quelli legati all’apertura della pratica, l’imposta di bollo e il premio assicurativo della polizza obbligatoria. Ma possono essere applicate anche commissioni per la rete commerciale attraverso cui si è sottoscritto il finanziamento e ulteriori costi per servizi non standard. 

La trattenuta della rata mensile dallo stipendio o dalla pensione avviene ad opera del datore di lavoro o ente previdenziale, a seconda del caso. Il suo ruolo è infatti uno degli aspetti che vale la pena approfondire quando si parla della cessione del quinto cos'è e cosa comporta. 

Il datore di lavoro è un soggetto chiave nella cessione del quinto. È chiamato al versamento delle rate in favore dell’istituto di credito erogatore. Si occupa di decurtare la somma dallo stipendio del dipendente e poi di girarla alla banca o finanziaria che lo ha concesso. Compito che, nel caso di prestiti a pensionati, ricade in capo all’ente previdenziale. 

A differenza di quanto accade nel prestito con delega di pagamento, il datore di lavoro non ha alcuna possibilità di rifiutare. La cessione del quinto rappresenta infatti un diritto per il lavoratore, che può cedere il quinto dello stipendio mensile per il pagamento di un finanziamento non finalizzato, purché erogato da banche o società finanziarie autorizzate per legge alla concessione di finanziamenti su cessione del quinto.

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Cessione del quinto cosa significa stimare la rata e quali garanzie sono richieste

Cessione del quinto cos'è stabilito per il calcolo rata? La normativa prevede la cessione di una quota mensile pari al massimo ad un quinto dello stipendio o della pensione percepita. Ecco perché banche e società finanziarie prima calcolano la rata massima erogabile e successivamente la somma massima finanziabile. Tenendo conto chiaramente della durata concordata per il piano di rimborso.

Immaginando uno stipendio mensile di 1500 euro netti, la rata massima prevista dalla normativa di riferimento è di 300 euro. Vale a dire un quinto del reddito mensile. Come è facile intuire, il calcolo da fare è un’elementare divisione per cinque.

Una volta stimata la rata massima, ossia la quota cedibile, è possibile calcolare l’importo netto erogabile da parte dell’istituto di credito. Di conseguenza, a fronte di un piano di rimborso di 60 mesi (5 anni) con rata da 300 euro, si potrebbe ottenere un importo complessivo di 18.000 euro. Da questo chiaramente vanno sottratti gli interessi, quindi ipotizzando un tasso di interesse del 5%, l’importo effettivamente erogato in favore del richiedente sarebbe di 13.200 euro.

Quando si affronta il capitolo calcolo rata cessione del quinto cos'è va però tenuto conto della salvaguardia del trattamento minimo previdenziale. Una regola che vale chiaramente per tutti i pensionati aventi diritto che avanzano richiesta di cessione del quinto. Ma cosa comporta in pratica?

Quando si calcola la rata massima per le richieste di cessione del quinto della pensione, è necessario verificare che l’entità della pensione rimanente nelle disponibilità del debitore sia pari o superiore al trattamento minimo. Ovviamente, il riferimento è la pensione minima prevista per legge.

Ai fini dell’accesso al credito, comunque, resta fondamentale la presenza di un reddito fisso dimostrabile da lavoro. Ovvero una busta paga o una pensione. A ciò si aggiunge la polizza assicurativa obbligatoria per legge.

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Quali sono i vantaggi della cessione del quinto dello stipendio e pensione

Dopo aver chiarito cosa significa cessione del quinto e quali sono i meccanismi per il calcolo della rata, passiamo ai vantaggi del prodotto. Questa particolare forma di prestito non finalizzato infatti offre una vasta gamma di benefici.

Anzitutto è accessibile anche ai pensionati con età avanzata. Mentre per gli altri prestiti il limite è di 75-80 anni, per la cessione del quinto banche e finanziarie arrivano anche a 90 anni di età. Chiaramente il limite anagrafico è considerato alla data prevista per la scadenza del finanziamento.

Non solo, il particolare meccanismo della cessione del quinto consente di ottenere il finanziamento anche a fronte di segnalazioni come cattivo pagatore nel database SIC e CRIF. Essendo già garantita per legge dal reddito del richiedente e dalla polizza assicurativa contro rischio vita e rischio impiego imposta dalla normativa, non richiede ulteriori garanzie. Quindi, la banca può accordare il credito anche ad un soggetto che non vanta un profilo creditizio impeccabile per via di ritardi nel pagamento dei passati prestiti.

C’è poi il meccanismo di pagamenti automatici che regola la cessione del quinto. Questo particolare aspetto rende la cessione più sicura di qualsiasi altro finanziamento, dal punto di vista di un ente di credito. Ecco perché la tendenza a concedere prestiti su cessione del quinto ai cattivi pagatori è piuttosto comune tra banche e società finanziarie.

Senza contare che uno dei tratti distintivi del prestito è la somma massima erogabile legata alla retribuzione, senza limiti troppo stringenti. Ci sono infatti banche disposte ad erogare somme considerevoli, superando anche i 35.000 euro.

In ogni caso, prima di presentare domanda di finanziamento è buona regola consultare un professionista del settore per valutare le proprie capacità di rimborso e la somma massima richiedibile. La figura ideale in questo senso è il consulente del credito.

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Prestito su cessione del quinto cosa significa rinnovare il contratto?

Ma sottoscrivere un prestito su cessione del quinto cos’è che implica? La stipula del contratto comporta un impegno notevole, sia per l’entità della rata che per la durata dell’ammortamento. Il principale rischio legato a questo genere di finanziamento è infatti quello di non riuscire a gestire nel tempo l’impatto sul bilancio familiare. Perciò prima della sottoscrizione è consigliata un’attenta valutazione della propria situazione finanziaria. 

Ma qualora un solo prestito non bastasse a sostenere le varie spese, è possibile rinnovare il finanziamento. Beneficiario ed ente erogatore ridiscutono quindi le condizioni per la concessione del credito, aumentando la somma e allungando la durata del piano di rimborso. Una soluzione che consente anche di non alterare la rata mensile. In questo modo, l’impatto sui bilanci familiari resta il medesimo e semplicemente si protrae la decurtazione dalla busta paga per più tempo. 

Ma nella cessione del quinto cos'è previsto in caso di rinnovo? Quali sono le condizioni da rispettare? Il rinnovo è consentito solo se il richiedente ha corrisposto le rate per almeno il 40% del piano di ammortamento. Fanno eccezione i prestiti con una durata di massimo 60 mesi, per i quali il rinnovo è possibile prima che sia trascorso il 40% dell’ammortamento. Ma solo a condizione che il nuovo finanziamento sia decennale. 

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Che cos’è la cessione del quinto con estinzione anticipata

Nel contratto cessione del quinto cos'è richiesto per l’estinzione anticipata e il recesso? In caso di ripensamento, il beneficiario del prestito ha la possibilità di recedere dal contratto entro 14 giorni dalla stipula. Evitando così di attivare il piano di ammortamento. 

La volontà di recesso va comunicata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, da inoltrare alla banca o finanziaria che ha concesso il credito. Specificando che il sottoscrittore si avvale della possibilità di recesso prevista dalla legge 229/2003. 

Completamente diverso lo scenario quando si parla di cessione del quinto estinzione anticipata. Questa si verifica quando il beneficiario del prestito si trova, nel corso dell’ammortamento, nella possibilità di estinguere il debito. 

L’estinzione comporta il pagamento di una penale, solitamente pari all’1% della somma dovuta, ma la misura può variare in base alle condizioni stabilite da contratto. Con alcune banche, infatti, non ci sono penali da corrispondere.  

Oltre alla penale, è a carico del consumatore il pagamento delle spese di istruttoria e dell’imposta di bollo. Mentre ha diritto al rimborso del premio della polizza assicurativa per la quota corrispondente al periodo non goduto. 

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Banche e finanziarie autorizzate per legge cosa significa cessione del quinto normativa

Un ulteriore aspetto di cui tenere conto quando si indaga la questione cessione del quinto cos'è riguarda gli enti erogatori. Non tutte le banche e le società finanziarie possono concedere questo genere di finanziamento, perché la normativa pone alcune condizioni fondamentali per gli enti di credito.

In particolare, il D.P.R. 180/1950 e il Testo Unico Bancario (d.lgs. 1° settembre 1993 n. 385) stabiliscono la possibilità di concedere prestiti su cessione del quinto dello stipendio e della pensione solo da parte di banche e società finanziarie iscritte ad uno specifico elenco di Banca d’Italia.

Questo elenco viene periodicamente controllato e rivisto dalla Banca d’Italia che sanziona le banche e finanziarie che non rispettano le condizioni. Nonché quelle che adottano politiche non esattamente in linea con i principi dell’ente bancario, e quelle che non sempre si comportano in maniera completamente trasparente nei confronti di clienti ed intermediari.

Le banche  e società finanziarie che non rispettano le aspettative dell’ente, o che non soddisfano più i requisiti, vengono eliminate dalla lista di Banca d’Italia. E di conseguenza non sono più autorizzate alla concessione di finanziamenti su cessione del quinto.

L’attività di sanzione di comportamenti illeciti, o comunque ritenuti troppo rischiosi, ha portato ad una riduzione drastica del numero di operatori autorizzati. Ma anche ad una diminuzione di pratiche che in passato venivano consentite e che oggi sono sconsigliate, come la concessione di finanziamenti di importante entità a chi è assunto da aziende di piccole dimensioni.

Questa variazione delle condizioni cessione del quinto cosa significa? In parole semplici, presentare domanda di finanziamento ad una banca autorizzata alla concessione del credito non vuol dire ottenere certamente il credito richiesto.

Ecco perché quando si analizza la cessione del quinto cos'è e come ottenerla è cruciale affrontare la questione con il supporto di un consulente del credito.

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