Cessione del quinto dipendente parapubblico: requisiti e rimborso
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 06/12/2021
Tempo di lettura: 4 minuti
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Cessione del quinto dipendente parapubblico: requisiti e rimborso

Erogata in favore di lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, la cessione del quinto per dipendente parapubblico è un prestito personale basato sulla presenza di un reddito fisso costante. È questo infatti a rappresentare la principale garanzia del finanziamento, con la rata mensile decurtata direttamente dalla busta paga. Il tasso è fisso e i pagamenti hanno importo costante.

Si tratta di una forma di accesso al credito molto particolare. Presenta differenze sia rispetto alla cessione del quinto dipendenti pubblici che alle cessioni rivolte ai lavoratori del settore privato. Ma vediamo nel dettaglio come funzionano i prestiti per i lavoratori parapubblici e chi può ottenerli.

Sommario

Cessione del quinto requisiti dipendenti parapubblici

Con l’espressione dipendente parapubblico si indicano i lavoratori assunti presso società private con una partecipazione statale o pubblica. Una categoria di cui fanno parte i dipendenti di Poste Italiane, delle ferrovie dello Stato e di molte altre realtà, nella maggior parte dei casi legate ai servizi per il cittadino.

È il caso di consorzi, strutture residenziali riabilitative, enti di previdenza sociale, enti scientifici, culturali e molte altre società di servizi pubblici. Di solito sono considerati dipendenti parapubblici anche quelli assunti presso società private con una partecipazione da parte di un’altra azienda parapubblica.

Quanto ai requisiti per l’erogazione della cessione del quinto, di norma i dipendenti parapubblici sono equiparati ai lavoratori pubblici e statali. Vale a dire che è necessaria la titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma nella maggior parte dei casi il richiedente non è soggetto ad una valutazione in merito alla stabilità dell’azienda presso cui è assunto. Cosa che invece accade nelle istanze presentate dai lavoratori del settore privato.

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Anzianità di servizio minima per la cessione del quinto dipendenti parapubblici

In relazione alla cessione del quinto lo status ibrido del dipendente parapubblico si manifesta in maniera particolarmente evidente in relazione all’anzianità di servizio minima per l’accesso al credito. 

Sì, perché ai lavoratori privati viene richiesta solitamente un’anzianità di almeno 5 anni: requisito imposto dall’istituto bancario, che mira a tutelarsi dal rischio di insolvenza, e dalla compagnia assicurativa che eroga la polizza obbligatoria contro rischio vita e rischio impiego. In alcuni casi anche per i dipendenti statali e pubblici è richiesta una sorta di anzianità minima. È infatti previsto il superamento del periodo di prova, che ha una durata variabile di 3 o 6 mesi. 

Quest’ultima condizione viene applicata di frequente dagli istituti di credito anche per la cessione del quinto per dipendente parapubblico. Ma solo a patto che l’importo finanziabile non sia molto elevato (all’incirca non oltre i 15.000 -20.000 euro).

Quando invece si tratta di somme considerevoli, il punto di riferimento è il TFR accantonato. Questo dipende dall’anzianità di servizio e difficilmente si otterrà un finanziamento di oltre 20.000 euro se assunti da meno di 5 anni. Vale a dire che in questo caso le regole applicate sono praticamente le stesse previste per i lavoratori privati.  

È però importante ricordare che per i dipendenti parapubblici non esiste una regola fissa, i requisiti variano in funzione di:

  • politiche dell’istituto di credito;
  • azienda presso cui è assunto il lavoratore;
  • importo richiesto.

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Garanzie e rimborso della cessione del quinto stipendio dipendenti parapubblici

Sono molti gli aspetti che rendono la cessione del quinto dipendenti parapubblici più appetibile dei comuni finanziamenti non finalizzati. Prima su tutte la possibilità di accedere al credito anche se segnalati nei database CRIF e SIC come cattivi pagatori, protestati o pignorati.

La possibilità di ottenere un nuovo finanziamento per chi ha avuto problemi con i precedenti prestiti è una conseguenza diretta della struttura della cessione del quinto. Questa prevede infatti come principale garanzia la busta paga, supportata dalla polizza obbligatoria in favore dell’istituto di credito. La banca quindi non si occupa di valutare il profilo creditizio del richiedente, perché già sufficientemente tutelata da queste garanzie.

Chiaramente i vantaggi del finanziamento riguardano anche la praticità del rimborso con decurtazione della rata direttamente dalla busta paga. Per non parlare dell’opportunità di ottenere somme relativamente elevate, soprattutto considerando che si tratta di prestiti non ipotecari.

Per legge la durata del finanziamento non può eccedere i 10 anni. Ma nel caso della cessione del quinto per dipendente parapubblico c’è un'altra condizione da rispettare: la data fissata per la naturale scadenza del piano di rimborso deve precedere il pensionamento del richiedente. A differenza di quanto accade con dipendenti pubblici e statali, infatti, la rata mensile del prestito non può passare dallo stipendio alla pensione.

C’è però uno scenario che fa eccezione. È possibile far terminare il piano di rimborso in una data successiva al pensionamento del beneficiario, qualora il TFR accantonato copra interamente il debito residuo del finanziamento al termine del rapporto di lavoro.

In ogni caso, prima di avanzare una richiesta di prestito, è preferibile consultare un esperto che indichi le possibili soluzioni di finanziamento. Anche valutando la sostenibilità della rata in riferimento all’impatto sui bilanci familiari.

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